DIAGNOSI DIFFERENZIALE IN FISIOTERAPIA
DOCENTE: ANDREA LAZZARI Pt, DPt, GPRt, MTC, RMSK , TDN
Questo corso di 2 giorni comprende lezioni teoriche, presentazione di case study, discussioni di gruppo e sessioni pratiche per permettere di integrare le procedure di medical screening nella pratica fisioterapica.
Il corso offrirà una visione completa sulle comuni patologie neuro-muscolo-scheletriche e non-neuro-muscolo-scheletriche che nel sistema sanitario moderno richiedono screening da parte dei Fisioterapisti.
Lo Screening Medico e la diagnosi differenziale sono elementi essenziali della pratica autonoma e doverosi obiettivi della professione del Fisioterapista.
Per via dell’ autonomia fisioterapica e accesso diretto, molti pazienti si recano da un fisioterapista in quanto vi è più possibilità di auto-referral.
Nasce da qui l’importanza per la professione fisioterapica di fare uso di strumenti come la diagnosi differenziale con cui e’ possibile comprendere alcune patologie che non sono pertinenti del campo fisioterapico ma che necessitano di una valutazione medico specialistica, a volte immediate (emergenza medica).
Il termine “red flag” è stato usato per la prima volta dal gruppo consultivo sugli standard clinici nel 1994.
Tuttavia, analoghi marcatori ad alto rischio risalgono a Mennell nel 1952 e a Cyriax nel 1982.
Il fisioterapista deve tener conto di un elenco di domande connesse alle “red flags” che aiuteranno a determinare se è probabile che il problema risponda al trattamento fisioterapico conservativo o se potrebbe essere necessario un successivo rinvio dal medico.
Il ruolo dei fisioterapisti nell’identificazione delle red flags iniziò a cambiare man mano che i fisioterapisti diventarono sempre di più il primo punto di contatto dei pazienti con un operatore sanitario. Nel libro di McKenzies del 1990 si afferma che “il paziente, una volta sottoposto a screening dal medico, dovrebbe essere stata esclusa qualsiasi patologia”.